ODI ET AMO


Serie
Humans

Materiali
Tondo e lamina in ferro smaltati
base in silicone

Dimensioni
cm 80 x 100 x 214 h

Ti amo.. e se non mi vuoi, ti uccido
Sei mia, maledettamente mia, voglio averti, voglio possederti e se non mi vuoi, ti uccido.
Due anime perse in un solo corpo o due corpi e un’anima?
Dinanzi a noi un amore condiviso, desiderato, non ricambiato, negato, che uccide o semplicemente immaginato. Un’osmosi passionale assoluta ed inscindibile.
Da un lato un uomo, così spigoloso da apparire statico, ancorato alle sue credenze e sovrastrutture mentali che cercano di insinuarsi nella morbidezza di una donna, al contrario dai colori vivaci, intenta a muoversi verso un cambiamento che possa dare nuova linfa vitale alle sue vene ferrose.
Lei appare come una luce filtrata, il ventaglio di colori di un prisma impersonificato dall’uomo.
Il braccio di lui cerca di trattenerla, legarla a sé, ma lei tenta di sfuggire a quella morsa che vorrebbe appiattirla, sfumarne la varietà dei suoi colori.
Eppure, in questa danza fatta di movenze contrastanti, la donna prova un incontenibile sentimento positivo nei confronti del proprio aggressore e lo dimostra con i suoi filamenti pigmentati che si estendono sul corpo dell’uomo. Dunque un particolare stato di dipendenza psicologica, notoriamente definito Sindrome di Stoccolma, verso colui che è l’amato ma allo stesso tempo l’odiato, come se tuttavia si ritornasse sempre dove si è stati bene.
Una morbosità che mette a nudo i loro cuori e li continua a tenere uniti da un legame scindibile con la sola morte di uno o di entrambi, poichè perdersi significherebbe arrendersi ed abbandonarsi ad un destino di infelicità e vacuità.
Fuggono da se stessi: l’uno ossessionato dal possesso e dalla paura della solitudine, l’altro dall’inconscia vocazione all’autolesionismo e alla sottomissione.
Tuttavia ‘Odi et Amo’ è un ossimoro che investe l’opera per intero, come se volesse dirci:
Se mi dichiari guerra, io ti amerò lo stesso.

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