Serie
Humans
Materiali
Lamina in ferro smaltata e foglia oro
Particolari in pvc e specchio
Base in foglia oro su lamina in ferro
Dimensioni
Cm 90 x 60 x 216 h
Simbolo per eccellenza dell’amore, della bellezza e della fertilità, da sempre icona immortale da omaggiare, la Venere, ha influenzato ogni epoca, sin dagli antichi greci e romani.
Ma come potrebbe essere quella del nuovo millennio? E cosa sarebbe in grado di trasmetterci?
Tutti, almeno una volta nella propria vita, hanno posato gli occhi sulla Venere del Botticelli, dal vivo o semplicemente su un libro, rimanendone ipnotizzati.
E se per un attimo, guardando quell’opera, ci fossimo fermati a capire cosa stesse provando dentro quella divinità, quali stati emotivi si celano dietro il suo sguardo imperscrutabile ed a tratti algido?
Probabilmente avremmo potuto trovarci un mondo di emozioni, ma non siamo in grado di decifrare tutto da una tela. Così, anche i sentimenti di una dea, talvolta, restano inascoltati..
Adesso immaginiamo per un attimo che la Venere si proietti negli anni 2000 verso una terza dimensione, misteriosa ed inesplorata.
Vi si presenterebbe una dea attuale, simbolo di perenne bellezza che collega l’antico al nuovo ma in grado, questa volta, di lasciar approfondire la sua interiorità, disvelando i suoi segreti più intimi e nascosti.
Prima una donna che una divinità, dunque, che vuole disfarsi di quell’apparente simulacro di perfezione che nel corso dei secoli le si è cucito addosso.
Ogni trampolino schiude la sua anima al mondo terreno, lasciando intravedere sfaccettature della suo io del tutto simili ai comuni mortali: dal senso di amore alla disperazione, dalla solitudine alla frustrazione, dall’appagamento sessuale alla meditazione, dalla riflessione alla tenacia, sino al senso deliberato del togliersi la vita.
Già, tutte sensazioni che la rendono incredibilmente umana, vicina alle donne fatte in carne ed ossa.
Eppure, la Venere non si lascia del tutto scoprire da questa nuova realtà ancora ignota, cela il suo viso dietro una maschera, quasi a voler nascondere la sua verità assoluta ed interpretando perfettamente il “palcoscenico” della vita moderna, fatto di quel gioco continuo tra il reale e la mistificazione.
Tuttavia la divinità lascia filtrare dalla sua maschera due elementi caratterizzanti: le labbra, simbolo di una femminilità seduttiva, ed in particolar modo gli occhi, permeati da un’inquietudine interiore, che fissano l’osservatore ininterrottamente, quasi a voler richiamare l’attenzione rispetto a dei vuoti interiori ed esistenziali che solo noi umani possiamo comprendere.
Dunque, la Venere del nostro tempo non può più essere la materializzazione di una donna ideale, bensì l’incarnazione di una figura che con le sue fragilità e punti di forza, è costretta ad indossare una maschera per proteggersi da un mondo difficile e pieno di finzione.
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